Inter-Vicenza 3-1: meccanismi da rivedere, solisti da esaltare

23.07.2013 11:22

 

Le indicazioni concesse da una amichevole estiva vanno sempre analizzate con cautela, per tutta una serie di ovvie ragioni che ci fanno propendere verso una lettura elastica delle indicazioni che andremo ad esaminare. Inter-Vicenza di ieri pomeriggio ha tuttavia fornito degli ottimi elementi di spunto per poter comprendere con maggiore criticità e oggettività nella valutazione, la profondità di una preparazione ovviamente non solo atletica, ma anche tattica e "motivazionale", della squadra impostata da Walter Mazzarri, in un ritiro che, a parere di tutti, è stato parecchio proficuo e portato avanti con la massima cura dei dettagli.  

Buono il risultato, innanzitutto, un 3-1 secco (e in rimonta) di fronte ad una compagine comunque ben organizzata, di livello superiore rispetto agli onesti dilettanti del Trentino team (sconfitto per 3-o), e che aveva dalla sua il vantaggio di non dover non patire i carichi di lavoro sopportati invece dai giocatori nerazzurri in due settimane davvero estenuanti. Variegata la composizione del tabellino: a segno Fredy Guarin con uno spelndido destro a mezza altezza sul quale il portiere biancorosso nulla ha potuto; rete del vantaggio (2-1) segnata dall'uomo forse più discusso del momento, finito alla ribalta delle cronache per i due errori dal dischetto nella prima amichevole estiva al cospetto del Trentino team: parliamo di Ishak Belfodil, autore di un bel gol di testa, da manuale per tempismo ed elevazione; infine Pereira, stantuffo di sinistra che, marcatura a parte, dovrebbe migliorare (e di molto) sulla fattura e la qualità dei cross verso l'area di rigore, anche se l'interpretazione del ruolo, almeno per me, è stata sufficientemente articolata in attacco e in copertura. 

Insomma, da un primo, superficiale, esame del risultato dunque si possono estrapolare alcune considerazioni. Inanzitutto, è doveroso sottilineare le prestazioni dei singoli più che il gioco collettivo della squadra, visto che certi meccanismi di gioco devono essere ancora assimilati dal gruppo e i carichi di lavoro smaltiti lungo il mese di agosto in vista dei preliminari di Coppa Italia. Sarà quello forse il momento giusto per vedere gli effetti sortiti dalla classica "mano dell'allenatore" sulla squadra, in presenza anche, o almeno si spera, dei rinforzi richiesti a gran voce dal tecnico agli uomini-mercato nerazzurri.

Migliore in campo Fredy Guarin e non solo per il gol: il colombiano ha infatti offerto una prestazione a tutto campo, pur mantenedo una disciplina tattica eccellente. Ottima la condizione fisica, la presenza in zona gol, buoni gli spunti da solista, interessante (ma da migliorare) l'intesa nei movimenti con l'esterno di destra, che nella prima frazione di gioco vedeva Nagatomo interprete del ruolo. Un giocatore motivato, determinato e concentrato: questo è parso Guarin nella gara contro i veneti, un calciatore apparso rinato dalla cura di un allenatore che lo sta facendo sentire importante anche attraverso la collocazione tattica sul campo.

 

Al termine della gara, lo stesso Mazzarri si è espresso così sulla prestazione compessiva della squadra, sottolinenando la necessità di trovare l'equilibrio tattico giusto più che tentare di lasciarsi suggestionare dal risultato: “L’ultima cosa che ci interessa è il risultato: io guardo il livello tattico. Bisogna trovare più equilibrio, oggi abbiamo preso qualche ripartenza di troppo che in campionato dovremo evitare. Mi sono un po’ arrabbiato sulle palle inattive, in cui abbiamo rischiato di prendere contropiede. Ma sono tranquillo e soddisfatto per il lavoro fatto fino ad oggi. Mi interessa che si cominci a capire quello che voglio, ma è chiaro che adesso i tempi di gioco non possono essere quelli ottimali”.

Giusto sottolineare qualche sbavatura di troppo nella distanza tra i reparti e nelle ripartenze, subite troppo spesso da una squadra troppo protesa in avanti, sbilanciata da un bricentro troppo alto e poco a copertura dei difensori, trovatisi nella condizione di dover corerre all'indietro perchè puntati dagli attaccanti avversari. Poca roba comunque, perchè ci sarà tempo e modo per correggersi e rimediare ai normali difetti di un gruppo che, come detto in aperturà, sta lavorando moltissimo sul piano atletico per poter rispettare alla lettera i dettami tattici imposti dall'allenatore.

Una importante citazione la meritano i giovani: in primis Belfodil, per la segnatura da vero centravanti d'area, e per quel pizzico di carattere mostrato dopo il doppio errore dal dischetto che aveva impensierito i tifosi nerazzurri sulla bontà delle sue capacità tecniche (anche questo abbiamo dovuto sentire). Poi Capello, classe '95, arrivato all'Inter proprio questa estate grazie ad una operazione di scouting davvero lungimirante. Capello, attaccante di movimento, ha mostrato personalità e movimenti con e senza palla da veterano. Ancora presto per sbilanciarsi ma possiamo dire con una certa sicurezza di essere al cospetto di un ragazzo da valorizzare e che, insieme a Belfodil, Icardi e Longo potrà essere uno degli elementi centrali della futura linea d'attacco nerazzura.