Tagli, gestione e "valorizzazione"dei veterani: la nuova vita dell'Inter di Mazzarri

09.07.2013 12:51

 

E' un Mazzarri determinato, autorevole, deciso quello che, prima alla Pinetina e poi a Pinzolo, ha dato avvio alla nuova stagione nerazzura. La curiosità dei tifosi, nonostante l'interesse in sè che attrae gli interisti entusiasti del nuovo corso, è ancor più carpita dalle sensazioni positive che filtrano a getto continuo dal ritiro in Trentino, a conferma di un percorso di rinnovamento che sta suscitando gli entusiasmi di tutti, giocatori e dirigenza compresi, e che si avvale nuovamente di concetti persi troppo frettolosamente nella bagarre di un triennio privo di ordine, organizzazione, programmazione. Sudore, sacrificio e fatica: fin dalle prime battute di questo raduno si sta assistendo ad un durissimo lavoro di preparazione al quale Mazzarri non intenderà fare sconti nè deroghe,  attribuendo anzi all'impegno e alla dedizione sul campo una corsia preferenziale nella valutazione più immediata dei gocatori al momento a sua disposizione. 

Da sempre tema scottante e controverso e che, dall'addio di Mourinho, ha generato non pochi attriti tra il tecnico (vedi Benitez), i giocatori e lo staff, con Mazzarri la preparazione atletica sta assumendo nuovamente un ruolo più incisivo e determinate, scevra dai troppi condizionamenti che hanno maldestramente caratterizzato le gestioni precedenti.

Intanto, il processo di sfoltimento dell'opulenta rosa giunta in ritiro, ha intanto mietuto le prime due vittime: Ezequiel Schelotto, 24, e Matias Silvestre, 29, non faranno più parte dell'Inter 2013-14, per volere di un Mazzarri intenzionato ad imporsi all'attenzione del gruppo e della società, tagliando dal suo progetto gli elementi più inadatti (tecniccamente e taticamente) al suo stile di gioco.

Con gli addi dell'ex atalantino e dell'ex Palermo, il tesoretto del club nerazzurro per questo mercato, escludendo almeno per ora l'addio comunque prevedibile di un big, si produrrà anche attraverso il mancato riscatto di Walter Gargano, mai troppo apprezzato dal tecnico anche ai tempi del Napoli, e possibilmente, attraverso gli addi invocati da più parti di Alvaro Pereira e Ricardo Alvarez, altri due elementi (specialmente il secondo) piuttosto ingombranti, di difficile collacazione, e ai quali Mazzarri non concederà troppe occasioni di far parte dell'undici titolare. Insomma, un benservito che sta coinvolgendo buona parte dei rinforzi regalati al povero Andrea Stramaccioni appena un anno fa, a conferma di quanto sia più equilibrato suddividere le responsabilità di un fallimento più che attribuirlo univocamente alla presunta inesperienza e/o incapacità all'ex tecnico della primavera.

Lo sfoltimento progressivo della rosa è dunque il preludio ad un lavoro che sarà certamente più massiccio e a tutto tondo che da ieri sta avendo luogo nel ritiro a Pinzolo: per adesso, tuttavia, la priorità dell'allenatore è quella di modellare una rosa eccessivamente folta e per certi versi disomogenea, con una schiera non poco nutrita di esuberi ancora in cerca di sistemazione. La gestione dei senatori sarà poi un ulteriore passaggio che, in paralleo alla politica dei tagli, dovrà proiettare Mazzarri a sciogliere un importante nodo, legato alla gestione dei veterani: come e quanto questi ultimi possano essere utilizzati (con un certo profitto) durante un percorso che non sarà del tutto privo di insidie, lo deciderà esclusivamente l'allenatore con l'aiuto del suo staff.

Badando bene all'importanza che il bagaglio di esperienze accumulato dagli stessi potrebbe alla lunga diventare un vero e proprio valore aggiunto più che un peso difficile da sopportare. Certo è che, come detto in apertura, con un Mazzarri che ha già mostrato una certa predilezione al rendimento atletico dei singoli, sarà interessante osservare come i Samuel, i Cambiasso e i Milito saranno capaci di ritagliarsi via via uno spazio più o meno significativo nella vita della nuova Inter, con il compito di riscrivere una gerarchia che, allo stato attuale delle cose, tra infortuni e affanni fisici, non li vede partire favoriti per un posto da titolare.

Inizia una nuova vita, alla quale tutti dovranno dare un contributo, per il bene dell'Inter.