Champions League: la figuraccia di Juventus e Milan che ridimensiona l'Italia
12.12.2013 09:25
L'intensa due giorni di Champions League che si è conclusa ieri sera ha definitivamente stabilito quali sono al momento i rispettivi valori dei campionati del Vecchio Continente suggellando quella che un pò era l'idea comune relativa al nostro torneo di casa: una competizione le cui migliori protagoniste sono distanti anni luce, in termini di qualità, dai top club spagnoli, tedeschi e inglesi che non fanno fatica a rispettare quelli che sono i pronostici e le attese che anticipano l'avvio della Champions League.
Perchè con un Barcellona, un Real Madrid, un Bayern Monaco saldi al primo posto del girone di qualificazione, ci si sarebbe aspettata una miglior figura da parte di chi, come la Juventus ammazza-campionato di Conte, o del Milan dal dna europeo, avrebbe avuto perlomeno il dovere di passare il turno con relativa facilità alle spalle degli squadroni appeni citati, impossibili (per ora) da contrastare o quantomeno da affrontare alla pari per giocarsi il primato della mini-classifica. Un compito non troppo difficile da affrontare e superare e che, invece, si è rivelato un ostacolo insormontabile (soprattutto per la Juventus) in una corsa ad una qualificazione ampiamente a portata di mano per la benevolenza di un sorteggio che regalava prospettive di maggiore profondità e prestigio dalle parti di Torino. Così come a Milano, sponda rossonera, l'approdo agli ottavi pareva una pura formalità.
Alla fine, a rendere onore per davvero all'Italia è stato solo il bistrattato Napoli di Benitez che, seppur poco continuo all'interno dei confini nazionali, in Europa ha saputo offrire un rendimento all'altezza della competizione, infine eliminato per la sciagurata regola della differenza reti nonostante la bellezza di 12 punti ottenuti in un girone di ferro.
Le recriminazioni di Antonio Conte sull'impossibilità di affrontare una sfida così importante su un campo al limite della praticabilità stonano e non possono nascondere quello che è stato il percorso bianconero in Europa: un fiasco totale considerando la possibilità di fare bottino pieno contro i danesi del Copenaghen, e almeno tre con un Galatasaray che a Torino si presentò con un cambio in panchina fresco fresco, dunque in piena crisi tecnica, di identità e di risultati. Un percorso invece condito da una sola vittoria sulla modesta compagine danese appunto, e da un solo punto ottenuto con i turchi di Istanbul in due gare: troppo poco per poter dire di essere vittime di un'ingiustizia, di un complotto organizzato dall'Uefa, oppure per gridare allo scandalo se su 18 dei punti disponibili se ne raccolgono solo 6, dimostrando limiti caratteriali e di tenuta lungo tutto l'arco della prima fase, nella quale lo strapotere fisico e tattico mostrato in Italia non è riuscito a venir fuori e dunque a fare la differenza.
Specialmente ieri pomeriggio quando c'era il bisogno di dimostrarsi solo per un giorno grandi, maturi, e acciuffare una qualificazione che, se fosse arrivata, non sarebbe stata comunque del tutto meritata.
Il sogno "triplete" per la Juventus si trasforma nell'ennesimo incubo, e anzi, a conti fatti, nonostante i top player arrivati in estate (Tevez, Llorente), la squadra guidata da Conte ha fatto addirittura peggio dell'anno precedente, nel quale l'eliminazione arrivò ai quarti dopo una doppia sfida con i futuri campioni del Bayern Monaco. Ecco perchè c'è poco da dire su questa vera e propria debacle europea che relega la Juventus alla manifestazione continentale di serie B, ovvero l'Europa League: perchè le pressioni di dimostrare che, oltre che in Italia, il calcio di Conte avrebbe potuto rivelarsi efficace e vincente anche in Europa hanno in realtà tagliato le gambe ai bianconeri, vittime di chi il Triplete lo ha già vinto non solo a parole (Sneijder), o di grandi campioni che ancora possono dare tanto a questo sport, come Didier Drogba, un fuoriclasse che, nonostante l'età, ieri ha saputo dominare tecnicamente e fisicamente il confronto contro i difensori juventini, tenendogli testa e infine regalando all'olandese ex Inter l'assist per il gol decisivo.
E poi che dire sul Milan? Una qualificazione ottenuta all'ultima giornata grazie ad uno scialbo 0-0 miracolosamente raggiunto dopo 70 minuti di sofferenza contro i giovani dell'Ajax, arrivati a Milano per fare la partita e ai quali è mancata solo la cattiveria per tradurre in gol una mole di gioco non indifferente. Se la fortuna non avesse baciato anche i rossoneri in estate, ai quali sono capitate avversarie (Barcellona a parte) più che abbordabili e con le quali, vuoi o non vuoi, raccogliere punti non sarebbe stata utopia, a questo punto non avremmo portato nessuna squadra agli ottavi, nello sgomento più totale per una caduta di immagine tanto clamorosa quanto inaspettata. La squadra di Allegri si è letteralmente salvata da un'eliminazione ancor più clamorosa rispetto a quella patita dalla Juventus, ed è dunque quasi un caso essere presenti nell'urna dei "secondi" pronti a raccogliere la sfida ad una delle big che avrà la fortuna di essere sorteggiata in una doppia sfida a Balotelli&co.
C'è poco da gioire dunque anche per chi ha quel famigerato dna europeo da almeno un ventennio e che quest'anno è venuto fuori a intermittenza e per i motivi che abbiamo elencato: i sorteggi di lunedì infatti ci diranno quale sarà la squadra a sbattere fuori dalla competizione il decaduto e decadente Milan berlusconiano.