Palacio-Milito-Eto'o sogno irrealizzabile. Crediamo in Icardi.
31.08.2013 11:27
Moi sarebbe piaciuto scrivere del ritorno di Samuel Eto'o a Milano, come regalo d'addio dell'uscente Massimo Moratti e come augurio di buon inizio di una nuova era, quella indonesiana targata Thohir. Sarebbe stato un piccolo tuffo nel passato con un occhio non troppo distratto al presente e al futuro, seppur a breve, perchè età e doti tecniche di un calciatore sono una variabile decisiva nella valutazione complessiva di una operazione di mercato.
Con Eto'o infatti sarebbe stato un biennio probabilmente diverso, più ambizioso sicuramente, più divertente e magari più rassicurante.
Al ritorno di Eto'o ci ho sperato anche se non ci ho mai creduto davvero, soprattutto per la chiarezza della società in relazione ad operazioni di simile portata economica, e che mai ha confermato la reale esistenza di una trattativa con l'entourage del camerunense, che, alla fine, ha scelto i soldi, Mourinho e l'ultima possibilità della carriera di ripresentarsi al grande calcio per arricchire, se possibile, un palmares personale da urlo.
Un fuoriclasse assoluto Samuel, che avrebbe consentito a Mazzarri di disporre di un parco attaccanti dalle potenzialità enormi, variegato nelle sfumature tecniche, atletiche, ricco in personalità e capace soprattutto di garantire almeno trenta/quaranta segnature in un anno: Palacio-Milito-Eto'o. Sarebbe stata la realizzazione ritardata del sogno (proibito) estivo di uno dei tanti predecessori di Mazzarri, e cioè quel Gampiero Gasperini che due anni fa, investito dell'onere e dell'onore di guidare l'Inter fuori dall'ennesima crisi, chiese a Moratti uno sforzo non indifferente: l'acquisto di Rodrigo Palacio dal Genoa e la conferma di Samuel Eto'o.
Non accadde nulla di tutto ciò, perchè l'argentino rimase a Genova ed Eto'o lasciò Milano per accasarsi in Daghestan, coccolato da una montagna di dollari, circa 20 milioni l'anno. Un'offerta irrinunciabile, perlomeno economicamente.
Meglio allora pensare a quello che c'è in casa, a valorizzarlo, a sostenerlo, affidandosi meno allo scettiscismo, al rimpianto per quello che sarebbe potuto essere la nostra Inter "se solo Moratti avesse pensato per un attimo ai tifosi", stufi delle controfigure, dei bidoni, per chi è ancora legato a quei vecchi campioni che solo pochi anni fa ci resero padroni dell'Europa e del Mondo e che il vecchio Leone d'Africa avrebbe ricordato da vicino. La solita accusa avvilente, che avvelena, insoddisfa, umilia un progetto appena nato, al quale serve tempo, pazienza, e un pò di fiducia in più.
Mi piacerebbe credere che tutti adesso tifino un pò di più per l'esplosione di Mauro Icardi come centravanti (per presente e futuro) della nostra Inter, un calciatore giovane, desideroso di affermarsi con la maglia che in passato fu di grandi attaccanti come Ronaldo, e ancor prima, come Altobelli. Ed è proprio all'ex attaccante nerazzurro che un pò paragono Icardi per caratteristiche tecniche ed atletiche, seppur con le debite differenze e avendo ben presente la giovane età di un attaccante tutto da scoprire, modellare, motivare, crescere.
Con Eto'o sarebbe stato bello, ma aspettiamo un pò prima di annunciare l'ennesimo fallimento. Potremmo pentircene.