Caso-Isla, una farsa stucchevole. L'Inter cambi obiettivo

20.07.2013 12:51

 

Oltre ad una rivalità storica sul campo, Inter e Juventus lo sono sempre state anche sul mercato. Una storia fatta di sgarbi (Cannavaro), affari impronosticabili (Ibrahimovic e Vieira) che hanno inasprito la contesa e i rapporti stessi tra i due club. L'attuale mercato ha riprosto ( attraverso una vicenda che ha per certi versi del grottesco per l'evoluzione e, magari, per l'epilogo che avrà la trattativa), un confronto da sempre caldo tra i nerazzurri e i bianconeri. Parliamo dell'affare-Isla e del tentativo di Branca (ma anche del cileno stesso e del suo agente) di portare l'esterno al più presto a Milano, tra l'altro la portata principale di un intreccio di mercato che pare più ampio e significativo, non troppo circoscritto ai colloqui per derimiere la questione riguardo la collocazione dell'ex Udinese (Zuniga). Il caso Isla, perchè di caso si deve parlare, è divenuto una telenovela diplomatica stucchevole e irritante, il cui epilogo non sarà del tutto scontato, visto che, quando si era d un passo dalla conclusione, le parti si sono allontanate più di quanto fosse stato lecito presumere o ipotizzare.

Riassumendo in breve, da un accordo spesso cercato e non trovato tra le due società, le parti, grazie al lavoro dell'entourage del giocatore e della volontà dello stesso di lasciare la Juventus, parevano aver limato pretese e differenze, anche se sarebbe stata l'Inter  a dover cedere alle richieste bianconere: 7 milioni più 500 mila di bonus l'offerta di Branca (anzichè 7,5 secchi), più che congrua al valore del giocatore, e, anzi, un tantino alta se posta in relaizone all'ultima stagione (non)giocata dal cileno a Torino.

Una cifra che di questi tempi avrebbe fatto vacillare qualsiasi club in cerca di liquidità da investire a "Piazza affari", ma che non è bastata per convincere la Juve sulla bontà di una operazione che avrebbe permesso alla società bianconera di avere il cash necessario per puntare ad ulteriori obiettivi di mercato (Kolarov, lo stesso Zuniga). Difficile dire cosa abbia inciso di più nel determinare un dietrofront che ha quasi del clamoroso. Da una parte si vocifera di un Udinese terzo spettatorte incomodo, con un ruolo non del tutto marginale nella questione (se non indirettamente) e un obiettivo altrettanto virtuoso per la politic della società di Pozzo: capire chi si sarebbe accollato l'obbligo del riscatto dell'intero cartellino del giocatore.

Dall'altra invece, le recenti  dichiarazioni di apprezzamento Antonio Conte sull'esterno cileno che verosimilmente portano a pensare ad un ripensamento che ha motivazioni più che tecniche, di politica e di strategia.

Un'ipotesi che infatti prevale fortemente sulla prima: e, cioè che un affare, almeno sulla carta innocuo e vantaggioso economicamente per il club bianconero, potrebbe, in un futuro non troppo lontano, mettere in imbarazzo Marotta se (sempre eventualmente) un Isla rigenerato da Mazzarri riproponesse il suo talento a Milano, lo stesso che spinse la Juventus, appena un anno fa, a chiudere senza tentennamenti l'affare con Pozzo, a cifre non del tutto irrisorie per un giocatore da sempre protagonista in provincia. I tipici rimpianti (noi ne sappiamo qualcosa) di chi non ha l'occhio lungo e l'accortezza di saper valutare le conseguenze tecniche di certi affari che, nel caso specifico, spaventa e magari non poco la Juventus, sia per il timore di rafforzare una delle rivali più accreditate del prossimo campionato, sia perchè, dalle parti di Torino, conoscono bene le capacità di valorizzazione e/o di rilancio a disposizione di un tecnico, Mazzarri, che ha da messo in seria difficoltà l'undici di Conte in diverse circostanze.

La mancata conclusione della trattativa, a mio parere, è determinata dai motivi appena citati: porre in difficoltà l'Inter in una sessione di mercato che per le sorti a breve del nostro club sarà decisiva, negandogli un elemento che l'allenatore toscano ha mostrato fortemente di volere in squadra, giocando un pò anche su una forza contrattuale leggermente sbilanciata, la cui inerzia pende più verso il bianconero che il nerazzurro. Insomma, una sorta di tira e molla che configura una strategia abietta, davvero poco ortodossa per chiarezza e coerenza, il cui obiettivo principale potrebbe essere quello di sfavorire la costruzione del progetto-Inter, ancora non del tutto definito (soprattutto per quanto riguarda la fascia a destra. Appunto), e una società che vive una fase storica complicata, ma non del tutto negativa e/o condizionante: un empasse che potrebbe sciogliersi a breve con l'ingresso di un Thohir che rivoluzionerebbe il mercato in entrata e in uscita.

Per questo, pure che, a costo di tenere in panchina (e a libro paga) un calciatore che Conte, nonostante le parole di facciata, non stima troppo nè reputa fondamentale per il futuro, Marotta&co hanno dato vita ad una farsa che dovrebbe motivare Moratti a virare su altri nomi, lasciando il cileno a Torino e la Juventus a tenersi un giocatore del quale non si fida più.