Icardi-Belfodil, due scommesse per il futuro

26.06.2013 16:36

 

La tanto attesa svolta sul mercato che sembrava non dovesse arrivare mai è invece giunta solo pochi giorni fa con l’acquisto più che a sorpresa di Ishak Belfodil, 21enne attaccante algerino che nella prima stagione a Parma ha realizzato 8 gol in 33 presenze, non tutte da titolare. Una svolta abbiamo detto, tanto che qualcuno ha anche attribuito la regia dell’operazione all’indonesiano Erick Thohir, garante di un budget quasi fuori mercato per le presunte possibilità (al ribasso) del club di Massimo Moratti. Una suggestione in realtà, più che un’ipotesi concreta, effettivamente morta così come era nata, e cioè senza indizi seri che la supportassero.
L’acquisto di Belfodil, come anticipato in apertura, è stata una vera e propria sorpresa per chi pensava o era del tutto favorevole all’arrivo ad Appiano Gentile di un attaccante ben più rodato ed esperto nel nostro campionato, di caratura nazionale (Gilardino, Osvaldo) da inserire in rosa in funzione di Diego Milito, in modo da favorirne un recupero sicuramente più tranquillo e graduale senza però perdere di vista le esigenze e le certezze realizzative richieste dallo stesso Walter Mazzarri in sede di mercato.
L’idea di portare a Milano Ishak Belfodil è nata all’improvviso e in sordina, in una sola sera, quando l’indiscrezione lanciata da diversi esperti di mercato di un incontro tra il dg Leonardi e la società nerazzurra, è stata ben presto confermata da un incontro tra gli stessi il giorno dopo, nel quale la dirigenza ducale ha raggiunto una rapida intesa su costi e cifre dell’operazione con la controparte nerazzurra. Un’offerta davvero irrinunciabile quella messa sul piatto da Branca e Ausilio: dieci milioni per la metà del cartellino, più i prestiti di Antonio Cassano e Matias Silvestre per portarsi a casa il gioello franco-algerino.
Una valutazione che ha lasciato probabilmente perplessi buona parte dei tifosi interisti, abituati a leggere sui giornali una valutazione realisticamente più congrua al valore e all’esperienza del giocatore, attorno ai 15 milioni per l’intero cartellino. E, in particolar modo, a sentire quelle di attaccanti ben più affermati anche a livello internazionale, tra i quali Mario Gomez, per il quale la Fiorentina dovrebbe comprarlo per 18 milioni, Edin Dzeko o quel Carlos Tevez che tutti i rumors danno un giorno al Milan e uno alla Juventus per una cifra irrisoria allo spessore tecnico dell’Apache. Insomma, un’altra doccia fredda per chi attendeva l’arrivo di un top player e deve invece accontentarsi di una giovane promessa che, a Parma, è partito benissimo nella prima parte del torneo per spegnersi a poco a poco poi alle prime voci di una imminente cessione ad una grande, nel mercato invernale di gennaio (Juventus).
Ai dubbi economici, comunque almeno in parte da rivedere e ridimensionare, si sono sovrapposti quelli più prettamente tecnici, che sembrano quasi contraddire il cambio di rotta tanto agognato dal Presidente e tifosi. Perchè se prima si pubblicizzava a più riprese l’idea, poi lasciata ampiamente naufragare, di ricominciare a mettere ordine ripartendo da un progetto basato sui giovani, lanciando sul palcoscenico dei “grandi” anche l’allenatore primavera Andrea Stramaccioni, gli arrivi di Belfodi e quello già annunciato di Mauro Icardi dalla Sampdoria, hanno un pò assottigliato l’idea consolidata che Mazzarri voglia davvero riprodurre fedelmente il suo calcio anche all’Inter, concentrandolo su giocatori di maggiore affidabilità tecnica e comportamentale e dal rendimento più continuo ed equilibrato.
Nella speranza che sia stato proprio l’ex allenatore del Napoli ad aver avallato l’operazione Belfodil, in realtà non tutto deve essere valutato negativamente, anzi. L’arrivo dell’argentino da Genova infatti e quello dell’algerino dalla città ducale sono, almeno in prospettiva, due ottimi affari per garantire alla squadra un futuro luminoso, di qualità e di ampio respiro, sebbene ci sia bisogno ancora di tempo (almeno una stagione) per vederli titolari in un’Inter ulteriormente rinnovata e che trovi in loro gli eredi più autentici di Eto’o e Milito: risposte che solo il tempo saprà dare, affinchè si celebri, per la prima volta dopo tanto tempo, la lungimiranza e l’intelligenza di una società che ha saputo rischiare la sua credibilità puntando almeno su caratteristiche importanti (e determinanti) per il calcio moderno, quali gioventù e freschezza atletica. E che punti definitivamente su una filosofia chiara e ben strutturata, ovvero sulla valorizzazione e il mantenimento in squadra di giovani talenti cresciuti in società, oppure strappati alla concorrenza europea ad una cifra non troppo sostanziosa (Kovacic); o magari per i quali l’esborso economico sia stato giustificato dai risultati personali e di squadra raggiunti sul campo, a partire già dal prossimo campionato.
Per ora, Belfodil, come Icardi, rimane una splendida promessa da coccolare e da gestire con la cautela di chi sa di avere tra le mani uno tra i migliori prospetti del panorama italiano. In tal senso Walter Mazzarri è una vera e propria garanzia di successo, dando una rapida occhiata al lavoro tecnico-tattico che ha permesso a Cavani di diventare il miglior centravanti del calcio europeo.
Una nuova Inter sta nascendo dunque, un’Inter giovane e ambiziosa, come i suoi due attaccanti.